lunedì 31 ottobre 2011

Vegan: istruzioni per l'uso!!


Cosa mangia un vegano? Cosa pensa? Che cosa fa? Come si veste? Insomma: chi è?

Lo ammetto, fino a qualche anno fa, io stessa non sapevo dell'esistenza dei vegani. Il solo fatto di essere vegetariana - spesso e purtroppo - mi ha fatto sentire in alcune circostanze una "diversa", una specie di "disadattata" - e talvolta un pochetto fuori di testa - che andava in panico ad ogni richiesta di spiegazione circa la mia alimentazione, il mio stile di vita e le mie convinzioni animaliste. E il dovermi "giustificare" delle mie scelte alimentari, era una cosa che mi metteva a disagio, soprattutto se il terzo grado - il più delle volte volutamente provocatorio - avveniva in pubblico.

Non scorderò mai quando, per esempio, andai ad una cena di lavoro di mio marito. Nemmeno farlo apposta, per tutta la serata dovetti sorbirmi le strabilianti avventure (ehhhh!!!) di un commensale - seduto accanto me - che proprio l'indomani mattina sarebbe partito alla volta di una cruenta e sanguinosa mattanza di tonni non so bene in quale luogo nel mondo. Lo ascoltavo parlare in silenzio e dentro di me saliva una tristezza profonda - per quei poveri tonni - e un senso di....mhhh....si può scrivere in un blog: "ammappa che palle!!!"? Ecco, quest'ultimo pensiero era quello predominante.

Ascoltavo motivazioni di ogni sorta circa la legittimità dell'uccisione di poveri animali indifesi e provocazioni della serie: "Voi vegetariani non mangiate carne, ma poi andate in giro con cinture di pelle e scarpe di cuoio". Ecco, ascoltare queste banalità mentre tutti gli altri attorno ridono soddisfatti - e tuo marito-carnivoro ti guarda con un misto di tenerezza e amore - , è una delle cose più frustranti, pallose e monotone a cui un vegetariano possa essere sottoposto. Ed ora che voglio diventare vegana? Ce la potrò fare?
Vegetariano. Vegano. C'è davvero così tanta differenza fra uno stile di vita e un altro? Ok, non posso mentire: sì, ce n'è tantissima e no, essere vegano non è una passeggiata. Anzi, se lo si vuole essere in modo perfettamente coerente, ragazzi....è davvero tosta!!


Uno dei tanti spuntini carnivori di mio marito :(

Facciamo un po' di chiarezza.
Per prima cosa ecco una rapida distinzione fra vegetariano e vegano.

Cosa non mangia un vegetariano: carne e pesce.
Cosa non mangia un vegano: carne, pesce, uova, latte, miele ed ogni loro derivato (formaggio, burro, yogurt, panna, gelato etc etc, ma anche maionese, gelatine a base di colla di pesce, pizza con mozzarella etc etc). Un puro vegano non userà mai nemmeno lo zucchero - né raffinato, né grezzo - , ma solo malto di cereali. Questo è un discorso a parte che meriterà un post in futuro.

Come si veste un vegetariano: indossa tutto tranne pellicce e pellami vari.
Come si veste un vegano: come il vegetariano non indossa pellicce o pellami, ma nemmeno: imbottiture di piume d'oca, tessuti in fibre animali quali lana (di pecora, alpaca, vigogna, capra, cammello etc. etc.), angora (coniglio) e seta (baco da seta). Un vegano si vesitirà con fibre naturali possibilmente biologiche (cotone, lino, canapa) o in alternativa con quelle sintetiche (qui ci sarebbe tutto un discorso da fare, la creazione di fibre sintetiche crea inquinamento, aspetto anti-vegano, ma me lo dite come si può camminare per strada a -10° indossando solo un maglioncione di cotone???)

Ed ora addentriamoci senza timore - o quasi ;) nella vera essenza dell'essere vegan.

Un vegano è attentissimo alle seguenti tematiche:

Non utilizza prodotti testati su animali (cosmetici, prodotti per la pulizia della casa, medicinali etc etc.). E' attento alla salvaguardia dell'ambiente, all'ecologia e cerca di avere un impatto ambientale il più basso possibile. Promuove il verde in ogni dove. Anche piccolissimi spazi di casa vanno benissimo per seminare e crescere piante fiorite.




Il piccolo terrazzino di casa mia a Milano
Ricicla il più possibile, riutilizza sacchetti e contenitori, autoproduce fin dove e per quanto possibile (pane, omogeneizzati per i propri bambini, prodotti per la pulizia della casa, vestiario etc etc.). Inquina il meno possibile - camminando a piedi, utilizzando mezzi pubblici o biciclette - , compra frutta e verdura di stagione a Km 0, pannolini lavabili per i propri piccoli, salviette riutilizzabili per struccarsi il viso, coppette mestruali che durano in media 5 anni.

Luce che indossa un Ciripà

Depura l'acqua del rubinetto di casa e la beve con tranquillità. Boicotta prodotti la cui produzione si è avvalsa dello sfruttamento di categorie non tutelate (un esempio su tutti, lo sfruttamento dei bambini in paesi quali Cina, India, Indonesia etc etc.) o le cui fabbriche non si attengono ai trattati sull'ambiente e sul riscaldamento globale, che inquinano, deforestano, devastano. Un vegano non spreca niente! Conosco puri vegani che raccolgono l'acqua fredda della doccia - aspettando che scenda quella calda - per poi utilizzarla per lavare i pavimenti o dare da bere alle piante.

Ok, ora lo avete capito, perché - almeno per me - essere Pura Vegana, può risultare un'impresa titanica? E sì, perché essere vegano non vuol dire solo mangiare o non mangiare determinati alimenti. Essere vegana, credetemi...è molto, ma molto di più! ;)

domenica 30 ottobre 2011

Water Therapy



Tess è una mia dolcissima amica filippina. Vive in Italia da un qualche anno e nonostante svolga un lavoro molto impegnativo (fa la baby sitter a tempo pieno per una bimba coetanea di Luce), si trovi a migliaia di chilometri di distanza dalla sua famiglia - con tutti i pensieri che questo comporta - e nonostante abbia lasciato un clima tropicale e assolato per quello milanese - uggioso, freddo e plumbeo - , Tess ha sempre un meraviglioso sorriso sulle labbra. E' sempre piena di energia e anche quando è davvero molto molto stanca, non l'ho mai vista né incupita, né triste, né tantomeno trasandata o sciatta. Da quando la conosco non credo di averla mai vista senza i capelli lucenti e spazzolati, senza un filo di rossetto, lo smalto sulle unghie. Mai senza orecchini, ombretto e una dolcissima e impercettibile scia di profumo floreale. La cosa più strana, però....è che Tess non si ammala mai! Mai un raffreddore, mai un mal di desta, mai una linea di febbre. Ma come è possibile?


Tess
Qualche mese fa, Tess è venuta a trovarmi. Impeccabile nei suoi vestiti perfettamente in ordine, nel suo sorriso disarmante. Luce non andava ancora al nido e benché sia sempre stata una bimba dolcissima e tranquilla, stavo accusando le fatiche di essere una mamma a tempo pieno, con un marito spesso assente per lavoro. Mi aggiravo per casa con fatica, i capelli raccolti in un pinzone e vestita un po' come capitava.
"Ma tu la bevi l'acqua alla mattina? Mi chiese. Come se fosse la cosa più ovvia.
E fu così che mi svelò il suo segreto. Tess pratica da anni la "Water Therapy" e pare che sia una pratica molto comune fra le popolazioni orientali. La Water Therapy, in breve, consiste nel bere molta acqua a stomaco vuoto, la mattina presto appena svegli. Solo dopo 45 minuti si può fare colazione. Bisogna bere un bottiglione intero di acqua naturale - quella del rubinetto depurata nella brocca va benissimo - .
Tess non sapeva darmi ulteriori spiegazioni, lo faceva da anni e questo le permetteva di avere molta energia e vitalità. Mai influenze, febbri, dolori mestruali. Io rimasi basita. Feci una piccola ricerca su internet e scoprii che il fulcro di questa terapia è che permette al sangue di rigenerarsi più velocemente. Inoltre, bevendo molta acqua a stomaco vuoto, esso rimane più pulito, permettendo a tutti i principi nutritivi ingeriti durante i pasti, di essere assorbiti meglio. Inutile dirvi che provai subito. E che ci crediate o no....ora non potrei mai più farne a meno :)

Torta di Zucca

Torta di Zucca







800 gr di polpa di zucca Hokkaido
150 ml di malto di cereali
50 ml di olio di mais
200 gr di farina semintegrale
1 cucchiaio di cannella in polvere
1 cucchiaio di maizena
1/2 cucchiaino di bicarbonato
1 bustina di cremortartaro
1 pizzico di sale marino integrale

Vi dico subito che questa ricetta è iniziata malissimo, ma è finita brillantemente :)
Le prime difficoltà le ho avute già da subito, nell'acquisto degli ingredienti. Per esempio: io sapevo che una zucca è una zucca e basta. Da quando è nata Luce ne avrò comperate a centinaia per fare brodi, zuppe, risotti, passati di verdure e chi più ne ha più ne metta. Ora mi stavo accorgendo che in tutto questo tempo, avevo comprato zucche di diverse qualità, ma senza mai accorgermene. Chiedendo, cercando e chiedendo ancora, la panettiera - gentilissima - del negozio bio, si rivela una botanica perfetta elargendomi i primi rudimenti sulle varietà di zucca. Mi spiega che ci sono decine e decine di qualità e ognuna ha un suo preciso utilizzo. Quella che cerco io, la Hokkaido, è di un bell'arancione fuori e una forma piuttosto liscia all'esterno. Ha una polpa umida, ma compatta, ideale quindi per confezionare torte, ripieni ed impasti. Eccola!

Zucca Hokkaido
Con la zucca Hokkaido nel carrello mi pervade una sottospecie di frenesia. Sento che la mia torta, anche se ancora virtualmente, sta già prendendo forma :) Tocca al malto di cereali. Non lo trovo. O meglio, ce n'è uno scaffale pieno con ogni tipo di cereale (farro, orzo, avena, kamut...), ma quello con scritto sopra "Malto di Cereali" non lo trovo. Che sia un mix di malti? No!! Ancora una volta la panettiera accorre in mio aiuto. Legge la mia lista della spesa e il suo verdetto non ammette appello. La ricetta lascia un libero arbitrio riguardo alla tipologia di malto. Come i protagonisti di  "FlashForward" ho una premonizione illuminante: visualizzo un vasetto di Malto di Riso sullo scaffale della mia cucina. E' lui! Il malto è già a casa ad attendermi :) Esulto! La difficoltà maggiore l'ho nel trovare la farina semintegrale. In questo caso non ho più il coraggio di interpellare la panettiera, ma mi lancio in un accorato appello ad un commesso che sistema gli scaffali. Anche in questo caso mi aspettavo di leggere sull'etichetta un qualcosa di verosimilmente chiaro; la dicitura "Farina Semintegrale" a caratteri cubatali sarebbe andata benissimo, ma nulla da fare. Cerca, ricerca e ricerca, alla fine io e il commesso scopriamo che la farina semintegrale è quella che riporta sulla confezione un "2" gigantesco. Ora che lo so, la vita ha un altro sapore!! ;)








Farina Semintegrale









Tornata a casa con tutti gli ingredienti, mi sono lanciata in una preparazione "rocambolesca" della torta. Innanzitutto mi sono tagliata una mano nello squartare la zucca. E vabbè. Poi, la polpa che ne è venuta fuori era inferiore agli 800 gr richiesti dalla ricetta (circa 610) e - per non saper né leggere, né scrivere - mi sono cimentata in una serie di veloci equazioni per ricalcolare il resto degli ingredienti (veloci nel senso che digitavo velocemente i numeri sulla calcolatrice del telefonino). Sapete quelle equazioncine che insegnano alle elementari? 800 sta a 150 come 600 sta ad X. X è dato da 150 per 600 diviso 800. Super! Dopo aver ricalcolato tutto, cuocio a vapore la polpa di zucca e nella cottura a vapore non mi batte nessuno. Una volta pronta, avrei dovuto frullarla, ma nel mentre mi accorgo che Luce, alla faccia di qualunque scuola Steineriana sulla terra, si è addormentata sul divano davanti a una "Dora l'esploratrice" che impazzava sul plasma. Poi penso che invece lei va alla scuola inglese e allora mi sento meno in colpa ;) Sulle punte dei piedi spengo la TV, ma se mi metto a frullare in cucina temo che si svegli in preda alle convulsioni :( Ok, decido di ridurre tutto in poltiglia utilizzando la forchetta. Funziona!!

Piano piano assemblo tutti gli ingredienti, sono emozionata. Verso il composto in uno stampo per torte (precedentemente unto con un po' di olio), ma quando lo inforno....mi assale una botta di sconforto. Guardate i pomelli del mio forno!!!

Il forno di casa mia, senza indicazione di gradi, modalità o minutaggio









Lo so, lo so...mi vergogno a dirlo. Ma sono così dalla bellezza di 11 anni. Il giorno dopo che installarono il forno, lo pulii con una semplicissima spugnetta imbevuta di acqua. Non ci crederete, ma tutti i numeri indicanti temperature, minutaggio o tipologia di aerazione, svanirono nel nulla. I numeri erano dei trasferelli sfigatissimi e sotto non erano nemmeno serigrafati (stiamo parlando di un forno Ariston) :( Per anni e anni e anni, ho usato il forno a tentoni, alla cieca. Ed ora..con la mia torta di zucca vegana...stavo per rischiare il tutto e per tutto. La ricetta diceva "Infornare a 190° per 45-50 minuti". Ce l' avrei mai fatta senza indicazioni di sorta?????

Ma sììììì che ce l'ho fatta!!!
La mia super Torta di Zucca. Buonissima, ma davvero davvero davvero buona!!! E quando sia Luce che Alfonso l'hanno assaggiata ne sono rimasti davvero entusiasti :)

martedì 25 ottobre 2011

In attesa del Countdown ;)

Ok. Lo so. Il mio count down alla "Julie Powell" (-365 giorni all'alba) non è ancora incominciato. I post che ho scritto finora sono solo labili introduzioni al mondo vegan, ma c'è un motivo, ve lo assicuro: sto solo aspettando di ritirare i miei esami del sangue pre-Vegan, per poi postarli e confrontarli con altri che farò in seguito, nel corso di questo anno. Intanto, per chi ancora non lo sapesse (perché alcuni lo sanno, vero? Ehi....c'è nessuno?? ;) io sono vegetariana da due anni e vegana a singhiozzo (e qui consentitemi un "purtroppo") solo da uno. Ebbene sì, il difficile di essere l'unica vegana della famiglia....è che è tutto un gran casino!! Almeno per me!


Alfonso (carnivoro) da Peter Luger, Brooklyn
Dico sempre che Alfonso, mio marito, non è un onnivoro, ma un carnivoro :( E sì, mangiare carcasse di animali morti gli piace ragazzi, gli piace eccome. Purtroppo non sono mai riuscita a fargli cambiare idea! Poi ci sarebbe anche da dire che, pur avendo studiato in un collegio svizzero dove l'insegnamento del "mangiare tutto quello che ti viene servito a tavola" assume accezioni educative..(mah??), la sua "piramide alimentare" è alquanto variabile. Lui non mangia peperoni (ok, gli piacciono ma gli sono indigesti), spezie, meloni, cachi, verze, coste, capperi, acciughe. Aglio e prezzemolo sono banditi dalla nostra tavola. Olive, cetrioli, ravanelli nada de nada. L'insalata sta incominciando a mangiarla da poco. Il resto lasciamo stare! Però lo amo :)


Luce
Luce, la mia bambina non ancora duenne, ha invece una alimentazione "bizzarra". E' stata svezzata a suon di alimenti biologici, cotti al vapore e frullati dalla sottoscritta. E quintalate di brodi vegetali. Non scorderò mai gli interminabili pomeriggi estivi, a Pietra Santa, trascorsi a cuocere, frullare, sminuzzare e congelare in monoporzioni! Al solo ricordo mi viene un attacco di panico. Ora direi che Luce mangia come una vegana che spesso diventa onnivora. Mi spiego. Fin da subito ho voluto che Luce apprezzasse ogni tipo di frutta e verdura, legumi, i diversi tipi di cereali - quali riso, orzo, farro, avena, miglio, amaranto, quinoa etc etc. - Nella sua dieta spiccano tofu, Thain (la crema di sesamo), yogurt di riso, latti vegetali e frullati di frutta secca. Oltre a questi alimenti prettamente vegani, però, Luce si nutre anche di carne, pesce, latte, latticini e uova. Il discorso è veramente molto complesso. Un giorno lo spiegherò. Per ora vi basti sapere che attualmente non ho intenzione di far diventare la mia bambina ne' vegetariana, ne' vegana. Semplicemente attendo che sia più grandicella e scelga in piena consapevolezza. Sto sbagliando? Forse. Ma è una decisione che ho preso in accordo con mio marito. Ad oggi il suo menù preferito consiste in: chicchi di Kamut conditi con sesamo e olio extra vergine di oliva, carne di struzzo cotta al vapore con erbe di provenza, piattone di spinaci cotti al vapore conditi con limone e tofu grattuggiato. Mango per frutta. Questi sono in assoluto i suoi alimenti preferiti. Da un mesetto circa, Luce ha anche incominciato a frequentare il nido di una scuola inglese qui a Milano. Il menù è internazionale (e solo questo meriterebbe un post a parte). Luce ci va volentierissimo, è felice e lo siamo anche noi. Per i suoi 22 mesi fa una quantità di attività così stimolanti e creative che hanno quasi dell'incredibile (oggi ha fatto il bodypainting e ne era entusiasta!). E' in assoluto la miglior scuola che io e mio marito potessimo scegliere per la nostra bambina e abbiamo deciso che l'aspetto "cibo" - per ora- non debba svettare in testa alla lista delle priorità.


Cochise
Cochise è il nostro primo "figlio" ;) Ha sei anni ed ora non potrei mai immaginare una vita senza di lui. E' il migliore amico di Luce, suo martire e devoto servitore. Dove ci siamo noi c'è anche lui. Potete starne certi!! Con noi ha viaggiato in mezza Europa, ronfando in qualunque sorta di porta bagagli, case di villeggiatura, alberghi o sotto il tavolo di qualche ristorante. Onnivoro fin dalla nascita è cresciuto a crocchette (e a bocconcini di qualsivoglia genere lanciatigli dal piatto da mio marito con al mia disapprovazione). E' il cane più accomodante ed ubbidiente che abbia mai conosciuto in tutta la mia vita. Ora, l'addetta ai suo pasti è Luce, che dopo avergli versato le crocchette nella ciotola, si diverte ad osservarlo mangiare.....con la manina che rovista nella ciotola stessa. NON fate fare questo esperimento ai vostri bimbi con cani che non siano....Golden Retriever ;)




Aspettando Luce
Io. Bè, io attualmente sono un gran casino. Prima di rimanere incinta pesavo 48 kg per 1.60 cm. Durante la gravidanza ho messo su una quantità spaventosa di chili (che non vi dirò mai nemmeno sotto tortura!). Per smaltirli ho impiegato quasi due anni. Ora la mia alimentazione è scarsissima (lo so, è sbagliato, sbagliatissimo). Sono vegetariana, una quasi vegana, (pura vegana fra pochissimo!!). Sono però consapevole che per scegliere un regime alimentare di questo tipo, bisogna:

A) Avere un rapporto forte, saldo e ben strutturato col cibo.
B) Bisogna sapersi organizzare, avere un piano settimanale da seguire alla lettera e - anche se dirlo è forse fin troppo ovvio - bisogna mettersi ai fornelli e cucinare.
C) Bisogna amare il cibo ed essere golosi
D) Non essere intolleranti o allergici al nichel, poichè molti dei cibi che devono essere consumati dai vegani (quali legumi, soya o alcuni tipi di frutta secca) ne sono ricchissimi. Quindi prestate la massima attenzione!


Una vegetariana (quasi vegana) e una vegana (che è anche onnivora)
Ecco, quando prima dicevo che attualmente io sono un gran casino, è perché negli ultimi tempi mi sono un po' persa per strada :( Con una bimba piccola, l'inserimento al nido e tutte le altre cose da fare, è difficile ricordarsi che i legumi secchi vanno messi a bagno la sera prima se poi li vuoi cucinare :( O che se non puoi/vuoi bere latte vaccino per colazione, magari sarebbero un'ottima alternativa una tazza di latte di mandorle, una tazza di the con biscottini vegan o una macedonia di frutta guarnita con sciroppo d'acero o yogurt di riso. Sì, ma sono alimenti che bisogna COMPRARE!! E diciamoci la verità, non sono articoli che si trovano sotto casa. Bisogna andare quasi sempre nei negozi bio (dove tutto costa tre volte tanto, purtroppo, almeno qui a Milano). Quindi cosa faccio? La spesa carnivora per mio marito la faccio al supermercato. Quella per Luce esclusivamente in una catena di negozi biologici (molto famosa qui al nord). I croccantini di Cochise in un grandissimo negozio specializzato per animali....e per me? Io vado un po' a casaccio (nel negozio di animali, però, no!) Mi dico che tanto la mattina sono sempre di corsa. Mi sveglio, poi devo preparare Luce, portarla al nido (e possibilmente non arrivare in ritardo). Spesso la mia "colazione" consiste in un caffè preso al volo al bar (sì, ma il malto d'orzo manco sanno cosa sia, come lo dolcifico???) e quindi a volte tralascio pure quello. Non parliamo poi del pranzo o della cena. Il pranzo lo trascorro in macchina, (Luce non si ferma al nido a dormire con gli altri bimbi, sono ancora nella fase "voglio coccolarmela a casa" e quindi la vado a prendere quando ha finito di pranzare. Poi, spesso mio marito è via per lavoro, ma non lo so quasi mai con largo anticipo. Organizzarmi per la sua cena carnivora è sempre un'incognita, figuriamoci quando devo preparare per lui (carnivoro-onnivoro e con piramide alimentare bizzarra), per Luce (vegana-onnivora) e me (vegetariana, quasi pura vegana, attualmente incasinata persa) Insomma, per adesso...è solo un gran casino!!!

venerdì 21 ottobre 2011

L'amore per gli animali e i vegetali è scritto nei geni

E.O. Wilson


Sono felice! E' da tempo che cercavo una spiegazione plausibile a un'idea che da sempre aleggiava nella mia testa. Vi siete mai chiesti perché ci si sente "bene", "in perfetto agio", davanti a un paesaggio naturale di quelli mozzafiato, ricco di specchi d'acqua che riflettono cime innevate e ruscelli tintinnanti di ciottoli e rami spezzati? O davanti a una distesa di alberi alti a perdifiato - come ad esempio le sequoie americane- , davanti a praterie, foreste, savane? Perché abbiamo - soprattutto noi donne - un bisogno quasi atavico di riempire i nostri davanzali, i nostri balconi e le nostre case con vasi di fiori e piante? E - la domanda più importante - perché non esiste bambino al mondo (o quasi) che farebbe carte false pur di avere un cucciolo di cane o di gatto? Ecco, oggi ho trovato la risposta che cercavo! Già, perché secondo me (ed ecco che nei miei post, si parla ancora di "istinto"), questa attrazione per la natura e gli animali, spesso prescinde da noi ed esula dalla nostra volontà. Una sorta di "richiamo della foresta". L'ho sempre pensato, ma non riuscivo ne' a capirne il perché, ne' a darmi una spiegazione valida. Bè, la spiegazione invece esiste! L'amore per gli animali e i vegetali è scritto nei geni! Questo fenomeno di chiama "Biofilia" ed è stato coniato nel 1984 da Edward O. Wilson, un grandissimo biologo americano di Harvard.



La teoria di Wilson - in parole spicce - afferma che questo "richiamo della foresta" non si acquisisce nel corso della vita, ma risiede nei nostri geni, nel nostro vissuto in quanto specie umana. In pratica questa necessità di attrazione che abbiamo con differenti forme di vita (animali o vegetali) è l'espressione di una necessità biologica che ci accompagna da milioni di anni. Sempre secondo Wilson, pare che il nostro cervello abbia memorizzato nel corso della nostra vita sulla Terra, quelle capacità di interazione soprattutto con piante e animali che si sono rivelate necessarie alla sopravvivenza della specie. Insomma, ora possiamo spiegarci anche il perché della "ovvia" richiesta di abitazioni vista mare, vista collina, vista montagna. Altro non sono che un antichissimo retaggio biologico. La vicinanza con l'acqua, per esempio, è un segno evidente di come questi luoghi (o habitat) devono avere apportato grandi benefici ai nostri antenati, così da lasciare un segno indelebile nella nostra specie. Ah, importantissimo!! Wilson affermava anche che, soprattutto nell'epoca attuale e soprattutto in Occidente, purtroppo si sta verificando un fenomeno di contrasto con la Biofilia, chiamato NDD - Nature Deficit Disorder-. Quando una mamma ripete in continuazione al proprio bimbo di lavarsi le mani sporche di terra, di pulirsi i piedi sullo zerbino prima di entrare in casa, di coprirsi bene perché fuori piove e fa freddo, o di non toccare un gattino di cortile perché possibile portatore di malattie, ecco che instilla nel bimbo il dubbio (e quindi la paura) che la natura, la terra, le intemperie, gli animali selvaggi, siano minacciosi e nemici. Ma questa consapevolezza (errata, of corse ;) si scontra nell'inconscio con la nostra Biofilia. Ed è da questo scontro che il bambino (e poi l'adulto) svilupperà questo NDD. Una sorta di disagio nel rapportarsi alla natura e agli animali. Non è triste? Sì, lo è molto! :(

giovedì 20 ottobre 2011

La psicologia della "fame"




Vi siete mai chiesti cosa rappresenti il cibo per voi? Perché l'essere umano mangia e in che modo lo fa? Tralasciando risposte ovvie, ho scoperto che dietro al "mangiare", al "nutrirsi", c'è tutto un mondo affascinante che condiziona persino i nostri rapporti sociali. Per esempio, io non sapevo che per un neonato fosse un fattore fisiologico ed istintivo mordere il capezzolo della mamma. Su tanti siti e tanti libri che ho letto riguardo l'allattamento al seno,  "il morso del capezzolo" prende quasi un'accezione negativa; quella del bimbo che ha un rapporto di amore-odio nei confronti della mamma (e chissà poi perché dovrebbe provare odio??). E invece no, ho scoperto che non è così. Niente di più falso! Il morso è un gesto del tutto istintivo in un cucciolo di animale e lo è altrettanto in un cucciolo di uomo. Se poi, a seguito di questo gesto - che è quindi del tutto naturale - il neonato viene "sgridato" o colpevolizzato (e tante volte questa "colpa" si manifesta con l'allontanamento dal seno da parte della mamma), il neonato penserà che il morso, anche in senso più lato - mordere la vita, mordere i problemi, mordere il cibo stesso una volta che verrà messo in bocca-  sarà un comportamento da condannare.

Ed è da questo insegnamento inconscio, profondamente errato, che possono svilupparsi problematiche future. Ad esempio come i bambini (ma anche moltissimi adulti) che prediligono cibi da ingerire con facilità piuttosto che quelli da mordere e ridurre in poltiglia coi propri denti. Futuri adulti che saranno quindi portati ad ingurgitare il cibo il più velocemente possibile privandosi così del gusto nel cibarsi e dall'insegnamento della "pazienza" che deriva dall'atto del masticare più o meno a lungo. Futuri adulti che svilupperanno altresì la tendenza di "ingoiare il boccone" (anche e soprattutto in senso metaforico), piuttosto che strapparlo coi denti, sminuzzarlo, assaporarlo in bocca ed infine ingoiarlo, metabolizzarlo per poi trattenere solo ciò che "serve" lasciando andare il resto. Ancora una volta, il cibo, e il modo in cui viene trasformato dalla nostra bocca e dai nostri denti, è sinonimo del comportamento che spesso teniamo con la società. Bello, vero? :)
Bè, tutte queste cose le ho lette in un libro che mi è stato consigliato da una psicoterapeuta (vegetariana, sarà un caso? ;) che lavora presso il reparto maternità dove ho partorito Luce. Posso dire che è diventata una mia carissima amica :)

Il libro ha una copertina un po' inquietante - lo confesso - e si intitola:

E' un libro scritto nel 1942 da Frederick Perls, uno psicoanalista eretico che fu il precursore di un modello di terapia integrata che verrà poi chiamato "Psicoterapia della Gestalt". Vi anticipo che la lettura non è ne' semplice, ne' immediata, ma leggerne almeno alcuni passaggi sarà davvero interessante.

mercoledì 19 ottobre 2011

Il primo istinto vegano



Spesso le cose accadono semplicemente perché devono accadere. Forse è scritto nel destino o forse, quella che io chiamo "la voce dell'istinto primordiale", si mette ad urlare così forte nella tua testa, che ti risulta difficile fingere di non sentirla. Ma cos'é questo istinto primordiale? Un' Entità? Una forza occulta? Sinergie casuali che si intrecciano fra loro? No, niente di tutto questo. L'"Istinto primordiale", non siamo altro che Noi Stessi, nel nocciolo più puro e granitico della nostra interiorità, prima di venire intaccati dai limiti e dai comuni mal-costumi della società in cui viviamo. Come è possibile che un bambino rifiuti di bere latte quando ha mal di pancia? O che non abbia una particolare predilezione verso la pasta, quando (e di solito si copre dopo diverso tempo) ha una predisposizione alla celiachia? La risposta è la medesima: Istinto.

E fu proprio questo Istinto che verso i 15 anni, mi fece provare un moto di disgusto davanti ad un piatto di carne. Come molti bambini nati nel nord Italia, sono cresciuta a fettine di fesa di vitello cotte nel burro e salvia. Quel giorno, però, accadde qualcosa. Era una giornata estiva, una bella giornata. Avevo trascorso la mattina in spiaggia, tuffandomi nel mare della Liguria, nuotando e ridendo con le amiche. Quando mi sedetti a tavola, avevo ancora il prendisole bagnato e ciocche di capelli che mi sgocciolavano sulla fronte. Carne. Carne nel piatto. Cos'era esattamente quella bella fettina dorata? Fu proprio il mio Istinto che mi rispose e lo fece nel modo più brusco e schietto possibile. Un pezzo di cadavere! Presumibilmente smembrato da un animale almeno un paio di giorni prima (e quindi, già in stato di putrefazione). Nella mia testa vidi scorrere fotogrammi degni di un film horror, vidi il vitellino strappato alla sua mamma, sentii in modo empatico il suo terrore e il suo dolore lacerante quando - purtroppo - capì cosa sarebbe accaduto da lì a poco: la fine della sua brevissima vita. Con quelle immagini proiettate sopra quel piatto di carne, il mio Istinto mi fece capire che quello che facevo e avevo fatto per anni - mangiare carcasse di animali massacrati con la leggerezza di un macabro gioco-, non aveva mai fatto parte del mio "nocciolo interiore". Semplicemente avevo sempre finto, forse per convenzione sociale, che non fosse così.




Ed ecco il mio primo post ;)

In questo istante mi sento molto Julie Powell, che nelle prime ore dell'alba, starnutendo e facendo un uso smodato di Kleenx, iniziava il suo blog The Julie/Julia Project. Le differenze tra me e lei sono sostanziali. Lei vive a NY (beata lei!!), io no, lei possiede un gatto io un golden retriever, lei non ha figli (o almeno, non li aveva all'epoca del suo blog, ora non so...), io ho una bimba di 22 mesi che ora sta dormendo al mio posto (per mio posto intendo proprio il mio posto nel lettone ;). Lei starnutiva nei fazzoletti di carta, io mi sono concessa l'uso smodato di un rotolo di carta igienica.


Fuori piove e fa un freddo becco. Mio marito è via per lavoro, quindi fra meno di un'ora dovrò fasciare Luce nel suo Mei Tai e con lei accoccolata così, porteremo fuori Cochise. Da lì, dritte di filato al nido. Ah...mi presento ;) Io sono Romina, piacere!